Le ricerche di “rimedi della nonna” per la secchezza intima su Google sono quasi cinquemila ogni mese. Ma ce n’è qualcuno veramente efficace? Ne abbiamo parlato con la ginecologa esperta in menopausa.
Le ricerche di “rimedi della nonna” per problemi di secchezza vaginale e, più in generale, per molti problemi di natura ginecologica sono un numero impressionante. Questo è testimonianza del fatto che, probabilmente, molte donne si vergognano ad affrontare l’argomento con uno specialista e cercano di tamponare una situazione che si pensa essere transitoria, con una pratica casalinga.
Il problema è che, nella maggior parte dei casi, i disturbi intimi che emergono in menopausa non possono essere risolti da un trattamento generico o da un palliativo. Ci serve un approccio personalizzato e specialistico.
Ne parliamo con la ginecologa Eleonora Iachini che riceve a Milano.
Perché in perimenopausa o menopausa può comparire la secchezza intima?
La secchezza intima durante la perimenopausa e la menopausa è un fenomeno piuttosto comune e avviene principalmente a causa dei cambiamenti ormonali che caratterizzano queste fasi della vita. Distinguiamo innanzitutto le due fasi: per menopausa si intende il periodo dopo il quale il ciclo viene a mancare per almeno 12 mesi, la perimenopausa, invece, è il periodo di transizione che precede la menopausa, nel quale i livelli di estrogeni cominciano a fluttuare in modo significativo.
Ormoni, lubrificazione naturale
La causa principale di questi disturbi è il calo dei livelli di estrogeni, che influisce direttamente sulla salute della zona vaginale. Gli estrogeni sono inoltre responsabili anche della stimolazione delle ghiandole vaginali che producono una lubrificazione naturale: queste ghiandole non producono più la stessa quantità di secrezioni, portando a una sensazione di secchezza.
pH intimo e infezioni ricorrenti
Ma non è tutto. Con il calo degli estrogeni, anche il pH vaginale diventa meno acido, aumentando il rischio di infezioni e di fastidi come bruciore o prurito.
Atrofia Vulvo Vaginale
Sintomi associati alla secchezza vaginale possono essere anche dolore durante i rapporti sessuali (dispareunia), irritazione o sensibilità aumentata di tutta la zona intima, perdite ematiche frequenti.
In menopausa il calo ormonale può comportare anche una riduzione del flusso sanguigno alla zona vaginale, che può compromettere la salute dei tessuti e contribuire a una sensazione di secchezza o disagio. A ciò, si può accompagnare un assottigliamento e un indebolimento della parete vaginale (Atrofia Vulvo Vaginale). L’Atrofia Vulvo Vaginale, quando presente, rende la mucosa intima meno elastica e meno resistente, il che può portare prurito, irritazione e sensazione di “secchezza”.
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2. Molte donne provano rimedi casalinghi, i cosiddetti “rimedi della nonna” (posto che la nonna ne parlasse davvero!). Quali di questi hanno davvero un senso fisiologico e quali rischiano di peggiorare la situazione?
Non sono favorevolissima ai cosiddetti rimedi della nonna in quanto, spesso, danno come unico risultato quello di ritardare l’accesso alle cure mediche. E non sempre arrivare tardi è un dato trascurabile al fine dell’efficacia della terapia.
In più, i rimedi casalinghi potrebbero dare luogo a irritazioni o infezioni perché, essendo spesso delle soluzioni non espressamente indicate per quell’uso specifico (ad esempio l’olio d’oliva, la camomilla, etc) non sempre sono sterili e per questo possono essere contaminati da batteri/funghi o potrebbero anche generare reazioni allergiche.
Esistono alcuni rimedi della nonna che potrebbero aiutare?
Sì e no. Diciamo che esistono rimedi più “innocui” di altri.
- Camomilla (impacchi): ha proprietà lenitive, riduce i lievi arrossamenti.
- Aloe vera (gel puro): può dare una sensazione rinfrescante e aiutare nella idratazione superficiale. Limiti: alcuni gel commerciali hanno alcol o profumi irritanti; sulla cute o le mucose danneggiate può bruciare e peggiorare l’arrossamento
- Olio d’oliva: è un emolliente naturale, quindi riduce la perdita d’acqua e può dare una temporanea sensazione di morbidezza. Limiti: può occludere troppo la cute peggiorando irritazioni o favorendo la proliferazione di batteri perché non è antisettico.
Rimedi che possono peggiorare la situazione
È incredibile quanto alcuni di questi “rimedi della nonna” siano diffusi. In realtà bisogna fare molta attenzione perché potrebbero essere problematici sulla cute già infiammata:
Da evitare assolutamente sono:
- Lavande al bicarbonato
- Impacchi di aceto (compresi quelli più delicati) o aglio
- Miele per lenire il bruciore/prurito
- Dentifricio per ridurre il bruciore
- Alcool / acqua ossigenata per disinfettare quando si suppone esserci un’infezione.
È successo davvero…
Una volta una paziente che soffriva per la secchezza vaginale e aveva difficoltà ad avere rapporti, mi ha raccontato di aver usato il miele come lenitivo. Ovviamente i risultati sono stati scarsi e, soprattutto, si è ritrovata con una forte irritazione!
Quand’è che un rimedio casalingo diventa rischioso?
I segnali generali che indicano che è meglio fermarsi con i “tentativi di buon senso” e parlarne con un professionista sono legati all’aumento dei disturbi o alla comparsa di nuovi problemi. Potrebbe essere, ad esempio un aumento del bruciore, dell’arrossamento, del gonfiore, oppure una sensazione di pelle “infuocata”, di peggiore secchezza o tensione, la comparsa di secrezioni insolite, di dolore ai rapporti che compare o peggiora, di sanguinamento anomalo.
In tutti questi casi è più che opportuno rivolgersi al ginecologo al più presto e interrompere qualsiasi pratica casalinga.
Cosa serve veramente ai tessuti vulvo-vaginali che stanno diventando più sottili e meno elastici?
I trattamenti disponibili, sia ormonali che non ormonali, sia locali che orali, sono molti: sarà la visita ginecologica a direzionarci al meglio.
A livello fisiologico, la cosa che più “manca” ai tessuti è lo stimolo ormonale, ma per le pazienti che non possono o non vogliono assumerli, abbiamo molti altri strumenti che possono ristabilire una idratazione profonda e ripristinare una barriera protettiva delle mucose vulvo-vaginali.
Per cui, quello che serve veramente è parlarne con uno specialista! Senza un dialogo sincero e aperto non sarà possibile trovare velocemente un trattamento efficace e in linea con le preferenze della paziente.
Molte volte il rimedio della nonna viene da un imbarazzo della donna a parlare dei suoi disturbi…
… così si prova a casa da sole, per evitare di parlare con lo specialista, con il/la ginecologo/a. Ma abbiamo visto che questa pratica espone a dei rischi, il meno grave dei quali è di fare qualcosa di totalmente inutile ai fini del benessere. Come possiamo aiutare le donne ad affrontare serenamente il tema?
È una domanda profondissima e importante. La tendenza a ricorrere ai “rimedi della nonna” nasce spesso più dall’imbarazzo che dalla fiducia nel rimedio stesso. Aiutare le donne a parlare serenamente dei propri disturbi significa cambiare il contesto, non solo dare informazioni.
Molte donne crescono con l’idea che parlare della vulva sia un argomento “sconveniente”. Per aprire il dialogo serve normalizzare l’argomento senza usare parole giudicanti, facendo capire che ciò che si prova è normale e non si è un caso isolato.
La scelta del professionista in questo caso è importante: sentirsi sereni dipende moltissimo da chi ascolta, cercate professionisti che si presentino “friendly”, amichevoli su temi di benessere intimo, menopausa, dolore pelvico, sessualità. Il rapporto di fiducia vale metà della cura, non è “parlare di un problema intimo”, è parlare di salute.
I medici e i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione e alla validazione scientifica dei nostri contenuti.
Ordinario di Endocrinologia e Sessuologia Medica
Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa
Psicologo, Psicoterapeuta
Clinica Ostetrica e Ginecologa
MSL & Medical Advisor
Medical Advisor Shionogi
(Ottobre 2016/Agosto 2018)
MSL & Medical Advisor Shionogi (agosto 18/settembre 20)













