Atrofia Vaginale, come affrontarla serenamente

donna felice dopo aver curato l'AVV

L’Atrofia Vulvo Vaginale è una patologia correlata alla menopausa che interessa una donna su 2. Molto spesso non viene evidenziata dalle donne, né comunicata al ginecologo perché – oltre l’imbarazzo – c’è la convinzione che si tratti di qualcosa di “fisiologico” o di legato all’età. In realtà non è così. Vediamo come affrontare il problema traendo sollievo.

Molte donne non ne parlano con il proprio ginecolo perché hanno vergogna di farlo: sentono che c’è qualcosa che non va, “ma tanto oramai, dopo la menopausa, quale importanza ha ciò che accade là sotto?”.

Altrettante donne non ne fanno parola neppure con il partner, limitandosi a evitare sistematicamente l’intimità, negando la propria espressione, negando a se stesse e al partner il piacere, spesso incrinando più o meno velocemente, la quotidianità di un rapporto.

Perché da un problema, crearne tanti altri, invece di provare a risolverlo?

La prima cosa da fare (e le tante da NON fare) quando ti accorgi che c’è qualcosa che non va a livello intimo

Di solito quando c’è qualcosa che non va come al solito a livello intimo, il senso di disagio e il timore che si tratti di qualcosa di grave sono le reazioni più comuni.

Naturalmente queste emozioni hanno dei gradienti, a seconda del carattere delle persone: alcune covano segretamente le loro paure, studiando meticolosamente ogni giorno reazioni e cambiamenti, sperando di svegliarsi un giorno senza più disturbi né sintomi, ma senza parlarne mai.

Altre si fanno prendere dall’agitazione, telefonano all’amica fidata – o peggio – si buttano su Google alla ricerca di una risposta, di una diagnosi, ma soprattutto di uno specialista che dica che “non è niente” e passerà da solo. Quello che succede dopo è che la tensione sale, perché in rete si parla di pruriti, secchezza, dolore ai rapporti come sintomi di Atrofia Vaginale, ma anche come qualcosa di diverso, come possibile segnale che c’è qualcosa di ben più grave.

Perché affidarsi all’incertezza che aumenta ancor di più la tua preoccupazione e il tuo timore, quando invece c’è una sola via giusta da seguire?

Se avverti pruriti, dolore, secchezza vaginale oppure noti delle perdite ematiche leggere (spotting) l’unica cosa che devi fare al più presto è recarti dal tuo ginecologo per una visita volta a scoprire se si tratta dei primi segni di Atrofia Vulvo Vaginale. Anche se la risposta dovesse essere affermativa, il tuo ginecologo ti spiegherà con dovizia di particolari, che si tratta di una patologia degenerativa, ma che può essere efficacemente contrastata. Ti dirà che hai fatto bene a parlarne con lui e ti descriverà i percorsi possibili.

Recarti da uno specialista è fondamentale perché prima inizi a contrastare i sintomi e più efficaci potranno essere le contromisure che prenderai.

Informa il tuo partner sui sintomi e sulle soluzioni proposte dal ginecologo

Trova un esperto

La vagina è un organo importantissimo, sia per la salute personale che per quella della coppia, per questo è fondamentale parlare con il tuo compagno di una questione intima sì, ma che riguarda soprattutto il tuo e il vostro benessere.

Perché se hai un mal di denti non esiti a parlarne, mentre se avverti dolore durante i rapporti taci o sopporti in silenzio? Perché se hai mal di schiena ti fai aiutare, mentre se hai prurito o perdite non ne fai parola e cerchi di far finta di niente?

Affrontare l’atrofia vulvo vaginale con serenità significa innanzitutto chiarire la tua situazione con chi ti sta più vicino: il tuo compagno.

Ecco che le soluzioni proposte dal tuo specialista di fiducia potrebbero essere condivise, così da creare una “normalità” e complicità intorno al percorso di cura, che rende tutto più leggero e sereno.

Lascia che la tua intimità maturi con te

Cosa pensi quando vedi una ragazzina vestita da signora? Oppure una cinquantenne che si atteggia come una scolaretta? Fa strano… restituisce un’immagine di inadeguatezza, di inconsapevolezza, di ridicolo.cos'è l'atrofia vulvo vaginale

Ecco: il tuo corpo matura con te, anche nelle parti più nascoste e intime. Ci avevi pensato? Dunque perché pretendere che l’intimità sia come era a vent’anni e che la tua vagina resti tale e quale, immota nel tempo?

Le rughe che arrivano sul viso, i capelli che cambiano colore e consistenza, quella pancetta in più che hai messo su da qualche anno a questa parte ti ricorda che il tempo passa. Sono tutti segni della tua maturazione e dei cambiamenti ormonali che il corpo sta subendo dal momento in cui la menopausa si è affacciata nella tua vita.

Così anche i tessuti vulvari, normalmente costituiti da diversi strati che la rendono morbida ed elastica, cambiano e si assottigliano, le secrezioni che hanno il compito di regolare l’ecosistema in modo che sia protetto dalle infezioni e che rendono l’amore piacevole e scorrevole, si fanno più rarefatte, dando quella sensazione di asciutto, di secco che dà fastidio o addirittura prurito.

È una condizione – si diceva – che peggiora nel tempo. Trascurare i sintomi ti espone al rischio di stenosi: per una serie di cambiamenti che interessano mucose, muscoli, vasi sanguigni e fibre nervose, la vagina si restringe e perde elasticità, rendendo impossibile avere un rapporto intimo.

Lascia invece che la tua intimità maturi con te e prenditi cura del tuo corpo, così come fai per i capelli, per l’abbigliamento: la tua vagina ha bisogno di attenzioni diverse da prima. Ascoltala e concedigliele.

(*) Referenze

  • Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
  • Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
  • Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379

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