Fitte anali: da cosa possono dipendere?

fitte anali

Non sempre un dolore rettale può essere dovuto a emorroidi o ragadi. Vediamo cos’altro può generarle, in particolare dopo i 50 anni.

Ci sono diverse ragioni per cui una donna di 50 anni potrebbe avere dolore al retto o fitte anali.
Alcune delle cause più comuni includono:

  • Emorroidi e ragadi: le prime sono vene gonfie e infiammate nell’area rettale che possono causare dolore e prurito, le ragadi spesso (ma non sempre) si presentano insieme alle emorroidi e sono lesioni che sanguinano e danno dolore
  • Proctite: è l’infiammazione del tessuto del retto che può causare dolore, bruciore e crampi
  • Diarrea: può causare irritazione e infiammazione nell’area anale
  • Stitichezza: è difficoltà a defecare, che può causare dolore e crampi nell’area anale
  • Prolasso pelvico: con l’età cambia la consistenza delle fibre muscolari e tutti i muscoli possono perdere di tono e forza, compreso il pavimento pelvico che sostiene utero, vescica e retto. Ecco perché, specialmente dopo uno o più parti naturali, ci può essere un cedimento – più o meno grave – della muscolatura pelvica che può generare dolori anche nella zona rettale/anale.
  • Dispareunia o dolore sessuale: è simile a un crampo e si può manifestare durante o dopo un rapporto specialmente in menopausa generalmente nell’area del basso ventre. Quando la dispareunia è più severa può coinvolgere anche il retto e la zona anale. La dispareunia può essere una conseguenza dell’Atrofia Vulvo Vaginale.

Rivolgersi al ginecologo, in questi casi, è sempre la soluzione migliore prima di formulare qualsiasi ipotesi o mettere in atto automedicazioni più o meno fantasiose. Un dolore rettale ricorrente va sempre indagato.

Per approfondire l’argomento vediamo insieme in questo articolo cosa sono e come riconoscere le fitte anali.

Quel dolore all’ano imbarazzante e fastidioso: cosa sarà?

Abbiamo elencato sopra le cause principali che possono determinare una più che fastidiosa sensazione. Quando accade può essere difficile da gestire durante la giornata: innanzitutto perché può essere difficile parlarne proprio perché – comprensibilmente! – può essere un argomento imbarazzante.

Si tende quindi a tacere il disturbo sperando che passi da solo, oppure si cede alla tentazione dei “rimedi della nonna” che molto spesso non hanno effetto. Il dolore però non passa anzi, potrebbe diventare persino peggiore.

È davvero importante, in questi casi, stabilire l’origine del dolore con certezza perché ogni tipo di disturbo o problema medico richiede un adeguato trattamento. Solo un medico può aiutarti.

Sappiamo che può essere difficile, ma il ginecologo può effettuare un controllo generale dell’intera zona intima femminile e ciò è parte del suo lavoro. Potrebbe essere sufficiente un veloce esame visivo per stabilire la causa delle fitte anali che ti tormentano da un po’ e quindi anche il trattamento più adeguato.

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Fitte anali e dispareunia, una correlazione poco conosciuta

Partiamo con l’indicare le ragioni meno conosciute e, forse anche per questo, più taciute e “sommerse”.

La dispareunia è un termine medico che si riferisce al dolore durante o dopo il rapporto sessuale. Benché le due cose, cioè quelle fitte anali e il dolore durante o dopo un rapporto, possano sembrare distinte, in realtà hanno spesso più di una correlazione.

Dispareunia e fitte anali potrebbero essere determinate da ragadi o emorroidi, così come da altre condizioni come l’endometriosi o la fibromialgia.

Ma la dispareunia può anche essere una delle conseguenze dell’Atrofia Vulvo Vaginale (AVV). Parlane con il tuo ginecologo perché si tratta di una condizione che interessa una donna su due in menopausa e che si conosce poco. I disturbi tipici dell’AVV sono molto comuni e possono includere, oltre al dolore durante i rapporti, anche secchezza, perdite o prurito e bruciore.

Ecco perché è particolarmente importante parlarne con il ginecologo che può prospettarti il percorso giusto per affrontare questi disagi nel migliore e più efficace dei modi.

Potrebbe essere necessario fare qualche esame per formulare una corretta diagnosi: non temere e non cedere all’imbarazzo, affrontare nel modo giusto un disagio come questo può aiutarti a vivere meglio la tua quotidianità e la tua femminilità.

Hai mai sentito parlare di Atrofia Vulvo Vaginale?

Si tratta di un deperimento delle pareti vulvari e vaginali che interessa circa 1 donna su 2 in menopausa e post-menopausa. Le pareti mucose di vulva e vagina possono diventare progressivamente più secche e fragili, si potrebbero formare microlesioni che danno un senso di bruciore intimo mentre la secchezza vaginale potrebbe determinare prurito intimo e conseguenti irritazioni genitali.

L’Atrofia Vulvo Vaginale va affrontata con decisione insieme al ginecologo perché i suoi sintomi tendono a peggiorare con il passare del tempo.

·        Se vuoi saperne di più qui c’è una ricca raccolta di articoli che ne parlano

Pavimento pelvico dopo la menopausa: se cede, può causare dolore anche rettale

Il tempo che passa c’entra, ma c’entrano soprattutto l’attenzione che durante tutta la vita, e specialmente in menopausa, hai riservato al pavimento pelvico e al tuo benessere più in generale.

Una vita sedentaria, visite ginecologiche troppo rare o semplicemente il “far finta di niente” di fronte a qualche piccola perdita o dolore, non ti aiutano. Il cedimento del pavimento pelvico non arriva all’improvviso e si manifesta gradualmente: imparare a riconoscerne i sintomi è fondamentale per evitare il dolore rettale, le fitte all’ano e ogni altro disagio correlato ad esso.

Avere un piccolo cedimento del pavimento pelvico dopo i 50 è una cosa estremamente comune. Ma il fatto che lo sia non vuol dire che debba essere necessariamente così.

Innanzitutto la conoscenza del pavimento pelvico

Il pavimento pelvico è un muscolo “invisibile” e nascosto alla vista ma estremamente importante per la salute e il benessere quotidiani.
Questi muscoli sostengono gli organi pelvici, tra cui la vescica, l’utero e la parte finale dell’intestino, cioè il retto, e sono importanti per la continenza urinaria e fecale e per il benessere intimo e sessuale.

Conoscere il pavimento pelvico e le sue funzioni può aiutare le donne a riconoscere i segnali che qualcosa non va: la perdita di qualche goccia di urina, la minzione parziale, il dolore durante i rapporti intimi o un senso di pesantezza generalizzato, possono essere dei sintomi che devono essere notati e riferiti al tuo ginecologo.

Poi la prevenzione e l’allenamento del pavimento pelvico

C’è moltissimo che si può fare per evitare che il pavimento pelvico prolassi generando anche gravi interferenze con le normali funzioni fisiologiche.

Dopo uno o più parti per vie naturali, ad esempio, è opportuno seguire un programma di riabilitazione del pavimento pelvico: il passaggio del feto può infatti causare alcune problematiche ma che possono essere senz’altro recuperate. Puoi chiedere anche oggi al ginecologo di consigliarti degli esercizi per rinforzare il pavimento pelvico che possono includere gli “esercizi di Kegel”, ma non solo. Esistono molte tecniche, anche quotidiane, che ti aiutano innanzitutto a prevenire il prolasso grave.

Questo aspetto è tanto più importante quanto più la tua vita è sedentaria e fai poca attività fisica. Stare sempre sedute non è bene in generale e se si parla di pavimento pelvico soprattutto. Ecco perché puoi parlarne con un ginecologo e seguire le sue indicazioni.

Pavimento pelvico: istruzioni per l’uso

Se vuoi saperne di più sul pavimento pelvico, su come funziona e quali sono i metodi per recuperare le sue funzionalità, abbiamo realizzato per te una raccolta di articoli sul pavimento pelvico che ti possono aiutare a individuare il problema.

Altre cause comuni delle fitte anali

Emorroidi e ragadi

Il dolore al retto o vere e proprie fitte anali possono essere comuni quando ci sono problemi di emorroidi o ragadi. Queste problematiche non sono necessariamente connesse con la menopausa e vanno tenute sotto controllo durante tutta la vita. Le cause possono essere diverse e così anche le terapie che devono essere suggerite dopo una visita specialistica.

I sintomi principali sono:

  • Senso di pesantezza e fastidio
  • Prurito e bruciore soprattutto dopo l’evacuazione
  • Dolore durante l’evacuazione (o subito dopo) associato spesso a sanguinamento

Proctite

La proctite è un’infiammazione del tessuto del retto che è a capo di una serie di sintomi, tra cui dolore rettale.
Il dolore può essere descritto come un crampo o una fitta acuta, bruciore e può peggiorare dopo essere andati in bagno. Si possono rilevare sangue o muco nelle feci, dolore addominale e stitichezza.

La proctite è di solito causata da infezioni e malattie sessualmente trasmessibili, dalla colite ulcerosa o dalla malattia di Crohn. Anche l’uso di lassativi o l’abuso di clisteri può determinare questa dolorosa infiammazione che lo specialista può aiutarti a contrastare.

Stitichezza o diarrea

Sia la stitichezza che la diarrea possono causare fitte al retto per motivi differenti.

La stitichezza perché le feci dure e lo sforzo eccessivo e prolungato possono irritare e infiammare il tessuto della parte finale dell’intestino e lo sfintere. Inoltre, lo sforzo può causare crampi e dolore.

D’altra parte, la diarrea può causare fitte al retto perché l’alta acidità delle feci liquide può chimicamente irritare e infiammare il tessuto del retto. In entrambi i casi, l’infiammazione del tessuto del retto, oltre alle fitte e al dolore, può causare anche altri sintomi come prurito, bruciore e sanguinamento.

In caso di fitte al retto o dolore anale, consulta il ginecologo


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