Menopausa e progetti: cosa vuoi fare da grande?

donne over 50 e progetti
di Rossella Boriosi
Autrice del libro “Nega, ridi, ama. Diario tragicomico di una menopausa”, Giunti.

Tre donne, un incontro fortuito in un’aula di formazione sulla comunicazione online. “Perché siamo qui se siamo over50?”. Ecco come la menopausa si trasforma in novità, opportunità e coraggio

Siedono nell’ultima fila, se ne stanno defilate, ascoltano attente, di tanto in tanto annuiscono. Sono le donne che incontro nei convegni e nei corsi di formazione a cui partecipo. Segni particolari: 50 anni circa, bottiglia dell’acqua a portata di mano, abbigliamento a strati per fronteggiare vampate di calore senza darlo a vedere e una concentrazione che tradisce la paura di cadere vittime dei disturbi della memoria e dei deficit cognitivi tipici della menopausa. Apparentemente innocue, sembrano non avere niente da dire finché lo dicono. Ecco allora che queste signore dimostrano non solo di essere giovani, ma di esserlo da molto più tempo rispetto le loro scalpitanti colleghe. Come ci riescono? “È tutta una questione di prospettiva”, affermano.

“Menopausa” e “progetti” possono stare nella stessa frase?

L’epifania è arrivata anni fa, quando ero ancora una quarantenne piena di estrogeni e buoni propositi. Il corso di formazione si era rivelato noioso così mi ero messa a osservare le partecipanti, accorgendomi che si erano inconsapevolmente disposte in ordine anagrafico: la prima fila era colonizzata da trentenni esuberanti e assertive, nelle ultime sedevano signore dall’età indefinita ma dalla menopausa evidente grazie a segnali inequivocabili.

Abbigliamento comodo ma chic con tacco moderato e quell’aria sempre in bilico tra l’eccentrico e il rassicurante che iniziavo a trovare familiare, tanto da connotarlo come appartenente proprio alle donne di quell’età. Sì, ma quale età? Avevo bisogno di scoprirlo: io avevo preso posto al centro della platea sentendomi fuori luogo sia tra le Millennials delle prime file che tra le Perennial delle ultime e vivevo questo personale disagio come metafora della mia condizione di donna con un piede nella menopausa ma con ancora tanti progetti da realizzare.

Giovanna: “La menopausa non come fine di un ciclo ma come inizio di una nuova fase”

“Non dire sciocchezze, sorella! – aveva riso Giovanna – Se sono qui a imparare come promuovere la mia attività in rete è proprio perché voglio realizzare i miei progetti e per farlo non ho bisogno di sgomitare in prima fila – anche perché, diciamocelo, la menopausa ha reso la mia vescica più estroversa e rimanere in prossimità delle toilette aiuta. Ma dicevamo, i progetti. Hai presente il momento-agriturismo delle cene tra amici?”.

No, non avevo presente.

“È quando il pranzo è finito, tu sei piena d’alcol e malinconia e dichiari di voler mollare tutto per andare a vivere in campagna. Hai l’impressione che il mondo corra un ritmo troppo veloce, che con l’età la tua memoria peggiori, che il ginecologo confermi la sensazione di annebbiamento parlando di deficit cognitivi da menopausa. La campagna, coi suoi ritmi a misura d’uomo, sembra essere la soluzione.

Di solito il proposito svanisce assieme ai fumi dell’alcol, ma una volta il mio compagno mi ha sfidato: perché non lo facciamo? E in effetti non avevo motivi per non tentare, se non il limite dell’età.

La menopausa, con la sua portata simbolica, sembrava suggerire che per me fosse troppo tardi, ma a un ascolto più attento mi sono accorta che suggeriva anche altro: che avevo acquisito esperienze, conoscenze e competenza – skills, come diciamo noialtri in campagna. Avevo la consapevolezza dei miei limiti ma anche il coraggio per superarli, dunque potevo considerare la menopausa non la fine di un ciclo ma l’ufficializzazione di una nuova fase della mia vita. E siccome adesso voglio vendere in rete i prodotti del mio orto, eccomi qui a imparare una materia nuova: la comunicazione online.”

Oggi Giovanna gestisce un agriturismo e una fattoria didattica. “È comodo”, dice “Prima ero io a girare il mondo, ora è il mondo a venire da me.”.

Monica, la menopausa rende comode: “mi faccio coccolare!”

“Inès de la Fressange, la modella francese maestra di stile, hai presente? Ebbene, lei sostiene che l’età non sia un numero, ma un’attitudine verso la vita – e infatti sono anni che non ne ha ancora cinquanta”. Dice Monica.

“Tuttavia, credo si sbagli. L’età è un numero, eccome, e la menopausa le dà lustro. Provo un’intima soddisfazione quando gli uomini mi cedono spontaneamente il posto in autobus. Sono convinta di essermelo meritata dopo tanti anni di servizio al consesso civile e proprio non capisco – e segretamente compatisco – le persone che trasformanointimità e menopausa un privilegio in una sconfitta identitaria. Meglio così, però, ché rimangono più posti vacanti a disposizione di quelle come me. Anche gli autisti agées, alla mia richiesta di conferme sulla fermata giusta, tirano fuori tutto il proprio charme protettivo indicandomi quella più comoda. Insomma, decisamente una stagione florida da questo punto di vista. Perché buttare alle ortiche i vantaggi? Io esaspero persino la mia situazione di donna in menopausa, mi dichiaro incapace di mantenere la concentrazione e abdico ai compiti che richiedono attenzione dando la colpa al crollo degli estrogeni. In cambio ottengo comprensione e qualche gentilezza.”

Monica mi aveva stupita: non avevo mai considerato l’invecchiamento sotto questo aspetto.

“E non vedo l’ora che arrivino sconti e riduzioni. Le mie amiche usufruiscono di abbonamenti scontati per i mezzi pubblici e di ingressi gratuiti ai musei, dunque immagino che tra qualche anno mi si apriranno nuove prospettive: cinema, musei, mostre! Nel frattempo imparo una nuova professione: di fatto, noi cinquantenni siamo la prima generazione di donne a dover decidere cosa fare da grandi a un’età in cui, per le nostre madri, i giochi erano fatti. E io, al netto dei disturbi cognitivi da menopausa, ho molte cose da fare da grande e per questo sono qui”

Negli anni successivi Monica è diventata sommelier, blogger, guida turistica, scrittrice e molte altre cose, insegnandomi che non c’è un solo inizio ma ce ne sono tanti e che la menopausa aiuta a realizzarne parecchi.

La menopausa di Marina e/è il coraggio di osare

“Hai presente le signore di Advanced Style? Si tratta di un progetto fotografico con cui il fotografo Ari Seth Cohen ha voluto celebrare l’irriverenza, l’eccentricità e la gioia di vivere delle persone anziane. Non di mezza età: proprio anziane”.

Marina mi aveva colpito da subito: indossava un abito colorato che la facevano somigliare a certe signore un po’ pazze che colorano le vie del centro storico della mia città. Un capo così improbabile, io, non sarei mai riuscita a portarlo.

“Per me, le signore ritratte da Cohen sono sempre state fonte di ispirazione. Ho lavorato per anni in un ambiente serioso che richiedeva un dress code quasi monacale e sognavo davanti a quegli outfit coraggiosi. Così, un certo giorno, ho dato le dimissioni e ho iniziato a produrne. Volevo che le mie clienti potessero esprimere quell’eleganza non convenzionale che hanno solo le persone col coraggio sufficiente a uscire dagli schemi. “Conserva un po’ di pazzia per la menopausa” dice Woody Allen a Diane Keaton in Misterioso omicidio a Manhattan, ed è stata in effetti l’entrata in menopausa a darmi il coraggio di iniziare una mia nuova attività. È come se il cambiamento ormonale mi avesse messo addosso una sensazione di urgenza e mi avesse aiutato a rompere gli indugi, così ho usato il pretesto dei disturbi cognitivi della menopausa per abdicare ai numeri e mettere a frutto quella creatività che avevo represso per anni”.

Oggi Marina è stilista e consulente di immagine.

Qualche giorno fa ci siamo riviste tutte e quattro per ricordare quell’incontro fortuito che ha fatto nascere collaborazioni e nuove amicizie. “Ma con tutti progetti e i cambiamenti personali e professionali che avevate pronti a deflagrare, perché vi eravate messe sedute nell’ultima fila?” Ho finalmente chiesto loro.

“Perché eravamo già in menopausa e questo cambia la prospettiva” – ha risposto Monica con la sua bella risata di gola – “magari non metti a fuoco le cose vicino a te, ma da lontano… è da lontano che diventa chiara la visione di insieme!”

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(*) Referenze

  • Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
  • Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
  • Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379

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