Per vivere bene insieme in armonia bisogna saper ascoltare

vivere bene saper ascoltare

Uno dei segreti per vivere bene col proprio partner anche dopo i 50 è quello di imparare ad ascoltare (e capire) le ragioni dell’altro/a. Solo così si possono (ri)costruire le basi per una convivenza serena e armoniosa.

L’innamoramento è un momento della vita di grande disponibilità verso l’altro e apertura. Quando l’amore arriva, quando sentiamo attrazione fisica e mentale, s’accende come una strana alchimia che, almeno per qualche tempo, fa sentire due persone come una sola entità governata dall’empatia e dall’ascolto reciproco.

Ogni coppia ha la sua storia, ma come suggerisce lo psicologo Carlos Perez Testor: “La coniugalità è un asse che riguarda l’intimità della coppia, collega i due membri ad un mondo di sensazioni, di emozioni e di affetti che consente loro di crescere in quanto diade”.

La diade è una nuova unità. Come due canottieri, tu e il tuo partner vogate con la stessa forza e nella stessa direzione, senza che alcun ritmo venga imposto, adeguandovi di volta, in volta a momenti di stanchezza o di vigore, con naturalezza, senza giudizi sull’operato dell’altro e con fiducia reciproca.

Scontato? Forse non così tanto.

Quello che la scienza e la psicologia racconta è che in ogni crisi di coppia c’è una inevitabile componente legata alla chiusura nei confronti dell’altro, una scarsa voglia di ascoltare, di comprendere, di cambiare le proprie idee, di adeguarsi. Così, se una coppia in crisi non si ascolta più accade che ognuno proceda un po’ per proprio conto, come i due canottieri: ognuno con il suo ritmo, ognuno secondo la propria direzione, assecondando solo la propria stanchezza, la propria voglia andare.

Cosa succede alla canoa? Si fa una gran fatica ad andare avanti, perché c’è chi rema e chi sta fermo oppure perché c’è chi spinge in una direzione, chi in quella opposta e se la mancanza di ascolto e di senso di squadra è davvero grande può capitare persino di rovesciarsi e di finire in acqua, vanificando ogni sforzo di navigazione.

Per andare avanti velocemente e felicemente bisogna fare i conti con una sola energia, con un medesimo obiettivo, con una sola forza: quella della coppia.

Intesa di coppia e ascolto

L’intesa di coppia presuppone una grande disponibilità all’ascolto. Sì, hai capito bene, all’Ascolto, quello con la maiuscola, che non significa solo “sentire quel che dice l’altro” ma presuppone invece un’attenzione più profonda alle sue emozioni, alle sue risposte silenti e latenti, ai cosiddetti “segnali deboli”.

Difficile? Certamente sì, come tutte le cose nelle quali è richiesto il tuo impegno, ma il fatto che almeno una volta tu abbia provato questa sensazione, nella fase iniziale dell’innamoramento, testimonia che sai farlo e puoi farlo, se solo vuoi.

Iniziamo questo viaggio nell’armonia con un assunto: non c’è solo un modo di ascoltare il tuo partner.

Ascolto superficiale, ascolto attivo o empatia?

La psicologia insieme alle scienze della comunicazione insegnano che il nostro cervello è in grado di mettere in atto differenti strategie di ascolto, dal più superficiale al più profondo.

Queste strategie sono assolutamente volontarie e tutti siamo in grado di metterle in atto, ovvero tutti siamo capaci di ascoltare superficialmente, attivamente o empaticamente qualcuno.

Caratterialmente o per un fattore di cultura personale, c’è sicuramente chi è più predisposto all’ascolto ma ciò non deve essere una scusa: basta allenarsi e le proprie doti di ascolto possono migliorare e puoi imparare a leggere più chiaramente i messaggi dell’altro.

Imparare ad ascoltare è un modo per migliorare la tua vita in generale, fuori e dentro la coppia, anche perché la maggior parte dei conflitti nasce quando non c’è ascolto reciproco ovvero quando non riusciamo a comprendere o accettare il punto di vista dell’altro.

#1 “Come dici? Sì, ti sento, ti sento…” (Ascolto superficiale)

Il livello più superficiale di ascolto è una esperienza che ciascuna di noi, tutti i giorni e più volte al giorno mette in campo. È quel genere di “ascoltare solo con le orecchie” che porta a comprendere il senso generale di ciò che l’altro dice, anche se non saremmo poi in grado di ripetere le esatte parole del messaggio.

In generale è ciò che ci succede quando ascoltiamo il telegiornale mentre cuciniamo o mentre mangiamo: l’attenzione piena è rapita parzialmente da un’altra attività, pertanto non possiamo garantire la nostra totale concentrazione su ciò che ci viene detto.

Quante volte accade di parlare con lui mentre pensi o fai altro? Certo, non c’è nulla di male. Ma devi essere consapevole che non stai ascoltando al 100%, pertanto parte del messaggio potrebbe andare perduta.

#2 “Dimmi, ti ascolto… ” (Ascolto attivo) 

Non sempre, ma a volte capita di fermare la tua giornata frenetica e dedicare un po’ di tempo solo a lui, al tuo uomo, guardandolo negli occhi e prestando tutta la tua attenzione. Ti sta raccontando qualcosa, ti sta chiedendo un consiglio, sta chiedendo la tua attenzione: lo stai ascoltando “con gli occhi e con le orecchie”. Siete uno di fronte all’altra e tu sei pronta a dire la tua con delicatezza e comprensione, d’altro canto chi lo conosce meglio di te?

Riesci a prevedere le sue conclusioni, sai cosa vogliono raccontarti i suoi gesti. Gli sorridi e attendi comunque che abbia terminato di dirti, perché si senta accolto.

Si tratta di un livello d’ascolto piuttosto profondo, nel quale saresti in grado di ripetere ciò che lui ti dice parola per parola. Non c’è nient’altro che ti assorba in questo momento se non starlo a sentire e trovare una risposta ai suoi eventuali quesiti e alle sue domande.

#3 Sento su di me ciò che stai dicendo (Ascolto Empatico)

Raro, complesso, totalizzante, l’ascolto attivo empatico è quasi una rinuncia a se stesse e una immersione senza bombole e boccaglio nell’aria, nelle emozioni, nel mondo dell’altro. È un atto di amore e fiducia, è disinteresse totale per la tua opinione personale sull’argomento. Non ti importa quale sarà la conclusione del discorso, ti interessa – qui e ora ogni singolo frammento del suo vivere qui e ora. Lo stai ascoltando con tutto il corpo: le tue mani sentono ciò che toccano le sue, i tuoi occhi vedono ciò che vedono i suoi, il tuo respiro è accordato al suo, così come il tuo cuore e il tuo stato d’animo. È l’abbraccio a un altro punto di vista.

È molto di più di un ascolto quotidiano, è un vero donarsi. Difficile, certo, ma non impossibile. È quel tipo di comunità di intenti che si prova quando si è innamorati, ai primi momenti della relazione, quando ti sembra di percepire, persino a distanza, il suo pensiero in una dimensione quasi magica, quasi telepatica.

È una disponibilità senza pregiudizi e senza convincimenti ad accogliere il Pensiero dell’altro.

Questo miracolo si chiama empatia e puoi provarla su di te, puoi regalarla al tuo partner, come strategia per vivere bene insieme, in armonia.

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Tu, cosa sei disposta a perdere?

Grazie a questo modo profondo di ascoltare l’altro, mettendosi nei suoi panni e dunque cambiando punto di vista, puoi arrivare a cogliere dei segnali deboli che non emergono con forza come, ad esempio, le parole o gli sguardi.

Per farlo occorre inevitabilmente “perdere” qualcosa: alcune delle proprie certezze, la sicurezza dei propri punti di vista, delle proprie visioni del mondo, dati acquisiti che “semplificano” in qualche modo la gestione degli interrogativi quotidiani perché danno al nostro cervello un copione da seguire, che non lo impegna ogni volta alla ricerca di una risposta, di una reazione.

Questo spostamento di sguardo è un impegno faticoso e difficile, che può apparire innaturale: all’inizio potresti anche sentirti persa, senza riferimenti, potresti renderti conto di ricadere nei tuoi cliché, generando una crisi personale. Se avrai la forza di superare questi primi momenti la ricompensa sarà grande, come grandi le possibilità e le scoperte che farai.

L’atteggiamento che fa bene alla coppia: i vantaggi di praticare l’ascolto attivo empatico

Al di là delle filosofie, quali sono i vantaggi per l’equilibrio della coppia che possono venire quotidianamente da un nuovo atteggiamento di ascolto empatico?

  • La capacità di dare e di ricevere: se sei pronta ad accogliere in te l’altro, mettendolo a suo agio, anche il tuo partner sarà più propenso ad aprirsi. La coppia potrà inaugurare la mutualità, in modo che ci sia la possibilità di uno scambio anche in base alle caratteristiche dei singoli.
  • La capacità di confrontarsi con sentimenti di frustrazione e di ostilità: l’ideale per una coppia non è certo l’assenza totale di conflitti, ma è la possibilità di affidarli ad una relazione che li sappia comprendere, accogliere e trattare, potendo trovare ogni volta nuove soluzioni. Grazie all’ascolto questo diventa possibile perché ogni conflitto o contrasto sarà inquadrato in un nuovo ambiente, quello della comprensione, della compassione, dell’accoglimento.
  • La capacità di tollerare le differenze individuali: semplice assumere che si è diversi, più difficile accettarlo per davvero. Ascoltare dà la possibilità di scoprire l’altro, con le sue differenze. In un rapporto poco empatico ci si può solo augurare che l’altro comprenda i nostri bisogni, i desideri e le aspettative. Quando invece in una coppia ci si ascolta si agisce per comprenderli davvero.
  • La capacità di collaborazione: conoscersi meglio, ascoltarsi e fidarsi l’uno dell’altra significa anche capacità di valorizzare il contributo di ciascuno migliorando, di fatto, la capacità di collaborare. Come dire? Siamo diversi e questo è un valore: se fossimo uguali uno dei due sarebbe inutile.
  • La capacità di riparazione: ultimo fondamentale aspetto che concorre a tenere vivo il legame di coppia è la capacità di ricomporre, di fare pace senza rimestare continuamente il passato. La capacità di ascolto si porta dietro anche una maggiore abilità nel cambiamento e con essa la capacità di passare oltre, di andare avanti, una volta per tutte. Che liberazione!

 

Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio, il cervello degli altri.

(Leonardo da Vinci)

(*) Referenze

  • Nappi RE, Climacteric 2015; 18: 233-240
  • Nappi RE and Kokot-Kierepa M. Climacteric 2012; 15:36-44
  • Nappi RE, et al. Maturitas 2013; 75:373-379

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