La menopausa delle donne ribelli: come è nato un film rivoluzionario

guardare un film sulla menopausa

“Rebel menopause” è un film documentario firmato da Adele Tulli, una giovane regista che racconta di un progetto di co-housing di donne nel pieno della “seconda vita” matura. Un curioso punto di vista su un momento tanto delicato.

Thérèse Clerc non aveva dubbi: “La vita di una donna inizia con la menopausa”. Lo ha dimostrato con 60 anni di battaglie per la causa femminista, idee rivoluzionarie, progetti ambiziosi e innovativi come quello della Maison des Baba Yaga che ti raccontiamo qui di seguito e sulla quale verte il documentario.

A 85 anni, Thérèse è stata la protagonista del docu-film “Rebel Menopause” (Torino GLBT Film Festival, 2014, vincitore dell’IAWRT 2015 International Award), una pellicola rivoluzionaria a cui la regista esordiente Adele Tulli ha affidato, in appena 27 minuti, un punto di vista tanto inedito quanto prezioso sull’età matura delle donne.

Curiosa di conoscerlo? Leggi questo articolo in cui ti raccontiamo chi è Thérèse Clerc e, attraverso la sua storia, ti proponiamo un punto di vista nuovo sui modi di vivere la menopausa.

Chi era Thérèse Clerc, icona della menopausa delle donne ribelli

Thérèse è morta due anni dopo aver girato il film ma lo ha fatto serenamente, con la sicurezza di aver dato tutto, fino in fondo. Nata a Parigi, ex commessa, femminista convinta, divorziata negli anni a cavallo tra i ’60 e i ’70 in cui la rottura di un matrimonio faceva ancora scandalo, Thérèse Clerc era una sostenitrice convinta della “bellezza” di invecchiare e della straordinaria possibilità di attraversare la menopausa da “donna ribelle”. Nella sua vita è sempre stata impegnata in ambiziose campagne sociali come per la legalizzazione dell’aborto e quella contro l’intolleranza della società francese nei confronti degli omosessuali.

Thérèse Clerc: la vita di una donna inizia con la menopausa

La genesi del film inizia da lontano, nello specifico da quando Adele Tulli, regista romana figlia della giornalista Serena Dandini, avvia le ricerche per un nuovo lavoro nel quale ha in mente di raccontare l’invecchiamento femminile partendo dall’invisibilità delle donne mature, in postmenopausa. “Un tema che è ancora un tabu” dice Adele Tulli e che ogni volta che viene affrontato resta imbrigliato in racconti e rappresentazioni fatti di stereotipi.

Il film così come possiamo vederlo era ancora lontano ma diventa più concreto nel momento in cui un’amica giornalista le racconta del progetto di coabitazione (la già citata Maison des Baba Yaga di Montreuil, periferia di Parigi) che un’anziana signora francese sta mettendo in piedi per aiutare le donne over65. È così che la regista decide di partire e raggiungere madame Clerc per saperne di più. Il risultato dell’incontro è così sorprendente che per la giovane regista è inevitabile cambiare in corsa il progetto iniziale: l’oggetto del suo interesse diventa Thérèse, con il suo bagaglio di conoscenze, idee, stimoli.

L’idea di un progetto di co-housing dedicato alle donne mature, infatti, è solo l’ultima tra le iniziative con cui l’85enne femminista francese si è spesa per rafforzare la coscienza al femminile e aiutare le donne a emanciparsi, sostenere le vittime di violenza nel percorso di reintegro nella società, ma anche più semplicemente per sensibilizzare le “sue” donne a collaborare con il quartiere e le associazioni, a insegnare il francese ai migranti. L’idea di fondo è quella della menopausa come nuova occasione di vita, sotto tutti gli aspetti (sesso incluso).

La menopausa rende libere, il punto di vista di Thérèse

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La vita di una donna inizia con la menopausa. Solo allora mi sono sentita veramente libera, veramente donna”. Basta questa frase per raccontare Thérèse Clerc, il suo anticonformismo, la sua ribellione all’idea di maturità intesa come perdita di ruolo e di immagine. Dietro il coraggio e l’ardire di madame Clerc ci sono, invece, la presa di coscienza del proprio vissuto e del proprio valore, la libertà di dire ciò che si pensa, la capacità di volare sopra i pregiudizi e le convenzioni.

E qui che il film racconta: racconta cosa vedono gli occhi di Thérèse, cosa prova il suo corpo e come queste sensazioni riverberano in lei, riportando a un mondo di positività e di crescita personale.

I punti di vista nuovi sulla menopausa

Ciò che vogliamo lasciarti in questo articolo, oltre a invitarti a cercare e vedere questo documentario, sono una serie di considerazioni e punti di vista nuovi sulla menopausa che puoi fare tuoi o considerare quanto meno di stimolo.

  • Stare tra donne aiuta a superare i disagi: negli ultimi anni della sua vita Thérèse Clerc mette su una residenza per donne sole non soltanto in ottica solidaristica ma anche nella convinzione che vivere insieme la stessa stagione della vita, le stesse problematiche, gli stessi disagi e fastidi o semplicemente specchiarsi insieme e vedere riflesso nello specchio un corpo che cambia (e che è bello proprio perché invecchia e diventa “libero”, dice Thérèse) possa aiutare ad uscire dall’isolamento, a stare meglio e a migliorare la salute.
  • Dopo i 50 una nuova vita è possibile: le donne di Thérèse sono donne che vivono la seconda parte dell’età adulta per lo più senza la famiglia, per scelta o per sventura: donne che hanno trovato il coraggio di lasciare un uomo violento, vedove oppure donne che semplicemente, nella classica “crisi di mezza età”, hanno sentito forte l’esigenza del cambiamento e non hanno avuto paura di assecondarla.
  • La menopausa rende libere: nelle intenzioni di Thérèse (e nei fatti sarà proprio così), la Maison des Baba Yaga non è una casa di cura per donne dai 65 anni in su che si avviano ad una vecchiaia fatta di solitudine e per questo hanno bisogno di “fare rete”, ma è un innovativo progetto di convivenza tra donne che riflettono sulla terza età come un’ulteriore stagione di libertà.
  • L’età matura regala la libertà di dire quello che si pensa: per molte donne la cessazione dell’attività ormonale e la scomparsa definitiva del ciclo mestruale sono cose che accadono e basta e che bisogna accettare. Ma per altre l’età matura può voler dire anche liberarsi di pregiudizi e timori a tutto vantaggio della libertà di essere se stesse e di poter dire ciò che si pensa. Thérèse ha insegnato alle “sue” donne a coltivare la fiducia in se stesse, ad amarsi e accettarsi anche dopo essere passate per un cambiamento importante del corpo e della mente, e ha dimostrato come dai 50 in poi niente fa più paura.

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