Secondo un recente studio l’Atrofia Vulvo Vaginale, di cui soffre 1 donna su 2 in menopausa, aumenterebbe il rischio di depressione e ansia. Ecco cosa devi sapere su questa problematica.

Questo articolo è stato scritto e supervisionato dai nostri medici e professionisti

L’Atrofia Vulvo Vaginale è una condizione patologica di cui soffre circa il 50% delle donne in menopausa anche se poche sanno di cosa si tratta.

L’Atrofia Vulvo Vaginale causa un assottigliamento dei tessuti della zona intima che diventano più fragili e meno elastici, quindi più soggetti al rischio di microlesioni spontanee o meccaniche (in caso di rapporti intimi, che spesso sono dolorosi).

I rischi connessi con l’Atrofia Vulvo Vaginale

Alla luce di quanto abbiamo detto, è facile comprendere quale può essere l’impatto dell’Atrofia Vulvo Vaginale sulla qualità di vita delle donne.  Disagi e difficoltà nella quotidianità e nei rapporti con il partner possono rappresentare, oltre ai disturbi fisici, anche delle difficoltà psicologiche e emotive.

Secondo una ricerca condotta da un team di scienziati americani guidato dal medico canadese Erick Moyneur di StatLog Econometrics Inc. di Montreal e pubblicata sulla rivista scientifica Menopause, l’Atrofia Vulvo Vaginale sarebbe collegata ad un maggior rischio di depressione in menopausa e di manifestazioni di ansia o tristezza.

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Lo studio: l’AVV può aumentare il rischio di depressione

La ricerca ha preso in esame oltre 125mila casi di donne tra i 45 ed i 54 anni con Atrofia Vulvo Vaginale e li ha posti a confronto con 376mila casi di intimità e menopausacontrolli senza una diagnosi di AVV (abbinandoli per età, piano sanitario e regione). È emerso che le donne con diagnosi di Atrofia Vulvo Vaginale hanno avuto contemporaneamente una diagnosi di depressione nel 23,9% dei casi e ansia nel 16,6%.

Su donne senza diagnosi di AVV, i casi di depressione si sono fermati al 18,9%, mentre i soggetti ansiosi sono risultati l’11,3%.

Perché è importante la diagnosi precoce dell’Atrofia Vulvo Vaginale

Sebbene questo studio non stabilisca alcuna causalità – ha scritto nelle conclusioni il dottor Erick Moyneur – l’entità dei risultati suggerisce l’importanza della diagnosi precoce e della gestione dei sintomi di AVV e dispareunia (rapporti dolorosi) che potrebbero a loro volta facilitare lo sviluppo o il peggioramento di depressione e ansia”.

La ricerca ha analizzato anche l’aumento della spesa sanitaria per la cura della salute mentale delle donne con Atrofia Vulvo Vaginale, una condizione che necessita di un approccio multidisciplinare. La deduzione è stata che: “una comunicazione più proattiva tra donne e medici di diverse specializzazioni può ottimizzare la gestione dell’AVV”.

Come riconoscere l’Atrofia Vulvo Vaginale: i sintomi

Ne abbiamo già parlato in modo più esteso in altri articoli del nostro blog, ma ti ricordiamo qui quali sono i principali disturbi che possono indicare Atrofia Vulvo Vaginale:

All’origine dell’AVV c’è il fisiologico cambiamento dei livelli ormonali, responsabili non solo della fertilità e del ciclo mestruale ma anche della consistenza di pelle, capelli e  mucose, comprese quelle vulvari.

Atrofia Vulvo Vaginale: la visita dal ginecologo è il primo passo

Puoi fare molto per tenere a bada disturbi e evoluzione dell’Atrofia Vulvo Vaginale, ma spetta a te fare il primo passo: rivolgiti ad un ginecologo esperto in menopausa.

Non rimandare per timore o per vergogna di parlarne: ritrovare il tuo benessere e la tua serenità dipende solo da te perché la miglior arma per gestire con successo l’AVV è la diagnosi precoce. Non aspettare che passi (non accadrà) e non lasciar peggiorare le cose: rivolgiti subito allo specialista. Solo il ginecologo può individuare il trattamento più adatto a te.

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