Le storie che abbiamo ascoltato in questo periodo di distanziamento forzato sono veramente tante, da scriverci un libro. Ma in alcuni casi la distanza è stata una vera scoperta.

Le misure restrittive di questo particolare periodo hanno portato una rivoluzione in parecchie storie d’amore: la convivenza forzata nei periodi di lockdown è stata per molte la classica “goccia che fa traboccare il vaso”. Per tante coppie non conviventi, invece, la lontananza imposta dall’isolamento ha spalancato un bivio: vivere insieme o no?

Lockdown: la molla che ha cambiato molti rapporti

Diciamo subito che in età matura rivivere un coinvolgimento sentimentale ed una vita intima attiva, per quanto gratificante (tanto più se insperati), può spaventare. Dopo aver trovato il coraggio di troncare una storia d’amore, magari durata una vita ci vuole altrettanto coraggio a ricominciare una nuova relazione, soprattutto se si è recuperato con fatica il proprio equilibrio dopo un divorzio in età matura o dopo un lutto. Così, per molti, il diktat di mantenere ognuno lo spazzolino da denti nel bagno di casa propria è diventato l’unico modo per superare certe reticenze e lasciarsi andare ad un rapporto sentimentale.

Quando, però, la distanza si è fatta forzata, improvvisamente la solitudine tanto difesa è ritornata ad essere un “vuoto” e in certe serate una mancanza importante. Così il lockdown è stato la “molla” che ha buttato giù le ultime reticenze su una nuova convivenza, un passo magari già meditato ma mai osato.

Per altri, invece, questa lontananza imposta ha sancito la convinzione che “Living Apart Together”, ovvero “vivere insieme ma ognuno per conto suo”, sia la scelta migliore. E che, tutto sommato, le settimane senza vedersi non facciano altro che rinsaldare un amore abituato a reggersi sull’identità di ciascuno piuttosto che sulla convivenza. Che in parole semplici vuol dire: amarsi a distanza. Un’idea troppo romantica o folle, considerato che non si è più ragazzini? Forse pericolosa per le neo-coppie che l’isolamento forzato ha separato troppo presto? Non è detto: ecco cosa potresti scoprire sull’amore a distanza dopo i 50.

L’amore dopo i 50 anni può essere un sentimento più consapevole

Dopo i 50 l’amore può essere un sentimento più completo perché più maturo: si conosce profondamente se stessi e si sa consapevolmente cosa si vuole (e, soprattutto, cosa non si vuole). Questo vuol dire che puoi riuscire a costruire un rapporto a due su fondamenta differenti rispetto a quelle su cui si sono poggiati gli amori del passato. Tradotto: puoi essere capace di non aver paura della distanza fisica forzata ma, anzi, di riuscire ad alimentare la fiamma della passione proprio grazie a questo.

Questa visione ti potrebbe sembrare una forzatura da eroina romantica eppure -molte signore sono pronte a testimoniarlo- può offrire i suoi stimoli e le sue emozioni.

Perché vivere in coppia ma separati può avere i suoi vantaggi

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Cominciamo col dire che le più avvezze ad usare Internet avranno già sperimentato come, tra una videochiamata e un incontro su Zoom, anche a distanza sia possibile condividere con il partner ogni aspetto della quotidianità. Con il vantaggio di poter scegliere il momento giusto per parlarsi e vedersi. Se ai tempi del coronavirus anche l’amore è diventato “virtuale” per le coppie non conviventi, è importante, però, non perdere di vista alcuni punti essenziali di un rapporto a due degno di tale nome. Quello che fa la differenza, infatti, anche in una coppia che passa lontana i periodi di isolamento forzato, è la capacità di:

  • condividere emozioni e sensazioni
  • partecipare l’uno alle esperienze dell’altro
  • continuare a comunicare il proprio amore
  • andare avanti con i progetti di coppia.

Se vissuto a distanza, tutto ciò potrebbe presentare dei lati positivi di tutto rispetto:

  • godere solo dei vantaggi della routine quotidiana di una coppia: il buongiorno, il saluto al momento della colazione e l’augurio di una buona giornata al momento di separarsi per i rispettivi impegni (tutto possibile anche via web)
  • evitare la quotidianità più noiosa: i risvegli nervosi, le sveglie notturne e il tempo ritagliato a fatica per la propria morning routine aspettando che il bagno sia libero
  • coltivare la propria individualità: avere a disposizione del tempo da sfruttare in base alle proprie esigenze, senza programmi né resoconti da fare all’altro, è un toccasana per sé stessi ma anche per le dinamiche di una relazione di coppia
  • tenere alto il desiderio: molti studi psicologici dimostrano che la distanza (se non usata come alibi per evitare di affrontare i problemi di coppia) può essere un toccasana per certe dinamiche a due. Soprattutto in età matura, quando determinate condizioni fisiologiche legate all’età possono portare un lieve calo della libido o meglio una perdita del desiderio. Così, la lontananza può essere un valido escamotage per riaccendere la voglia di intimità.

Questo può valere in molti casi anche per le coppie conviventi che, dopo tanti anni, scelgono di dormire in camere separate per la necessità di avere ciascuno uno spazio di riposo individuale a tutto vantaggio della qualità del sonno (soprattutto se si ha un partner che russa!). Dormire porta a porta, infatti, può aiutare a ritrovare anche un certo linguaggio per manifestare le proprie voglie che troppo spesso, nella routine della condivisione del letto, finisce per essere dato per scontato se non, addirittura, dimenticato.

E se l’amore a distanza è stata una scoperta ecco come farlo funzionare al meglio

Essere capaci di coltivare un sentimento a distanza, di continuare ad emozionarsi e a fare progetti, deve andare di pari passo con l’intento di preservare l’intimità, anche se in età matura può intimità e menopausarisultare complicata a causa di certi fastidi e disagi che sono conseguenza delle alterazioni ormonali. In menopausa, infatti, il corpo cambia, l’apparato genitale cambia e anche l’intimità cambia.

La secchezza vaginale e il conseguente dolore ai rapporti (dispareunia) possono scoraggiare la voglia di stare insieme, soprattutto quando alla base c’è l’Atrofia Vulvo Vaginale. Si tratta di un disturbo molto comune in menopausa (interessa 1 donna su 2) che si manifesta con questi sintomi ma anche con prurito e perdite ematiche. Se non opportunamente trattata, l’Atrofia Vulvo Vaginale tende a cronicizzare, facendo diventare, in alcuni casi, l’amore molto difficile.

Al contrario, vivere un’intimità di coppia soddisfacente si può (e si deve) anche dopo i 50.

Una visita dal ginecologo può essere risolutiva

La soluzione è più semplice di quel che credi: basta una visita dal ginecologo. Lo specialista può fare molto per aiutarti ma il primo passo spetta a te: confida al medico senza imbarazzo le tue difficoltà. E non avere timore di condividere anche con il partner i tuoi disturbi legati alla sfera sessuale: può essere utile per evitare fraintendimenti e musi lunghi ma anche per non sciupare le occasioni in cui, in questo particolare momento, vi è possibile stare insieme.

Book readerI medici e i professionisti che hanno contribuito alla realizzazione e alla validazione scientifica dei nostri contenuti.


Staff Medico

Emmanuele A. Jannini

Ordinario di Endocrinologia e Sessuologia Medica

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Roberta Rossi

Psicologa, Psicoterapeuta e Sessuologa

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Psicologo, Psicoterapeuta

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(Ottobre 2016/Agosto 2018)

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MSL & Medical Advisor Shionogi (agosto 18/settembre 20)